SPID, il Governo vuole il Viminale Identity provider unico. Così i dati in mano allo Stato
Cambiare
le regole e la governance dello SPID, rendendo sia gratuiti gli accessi
ai servizi privati sia più sicura la sua erogazione e gestione, per accelerare in
Italia la diffusione dell’identità digitale, oggi a quota 5,6 milioni. Questo è
l’obiettivo dell’emendamento presentato dal Governo al decreto-legge Milleproroghe
nelle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera.
Prima
novità
L’Interno
diventa identity provider unico di Stato come soggetto tenuto all’erogazione e
gestione di SPID. L’emendamento prevede di riformulare il Cad, il Codice
dell’amministrazione digitale, per snellire le procedure legate alla gestione
dell’identità digitale. Le nuove norme mirano ad affidare direttamente al ministero
dell’Interno lo sviluppo e la gestione dell’infrastruttura, l’erogazione e la
gestione delle identità digitali.
Cosa
significa? Che gli attuali 9 identity provider e quelli futuri verranno
tagliati fuori? No.
I
cittadini potranno sempre richiedere lo SPID attraverso i 9 identity provider e
pagare una tantum, dove previsto, per l’erogazione dell’identità digitale, ma i
9 identity provider non gestiranno più l’accesso a SPID, lo farebbe l’Interno
(ecco perché più sicurezza) e non incasseranno più alcuni diritto su ogni
transazione di autorizzazione. Ad oggi esiste un vero e proprio tariffario,
prezzi che le società private devono oggi pagare ai gestori dell’identità
digitale con la logica di tipo ‘pay per user’. Ecco perché così lo SPID può
diventare gratis per accedere ai servizi privati. È la strategia migliore per accelerare
l’utilizzo dell’identità digitale ai servizi di soggetti non pubblici, come
auspicato dalla ministra dell’Innovazione Paola Pisano con l’obiettivo
principale di giungere a 60 milioni di identità digitale, una per ogni
italiano.
Seconda
novità
L’emendamento
in questione punta a rendere più sicuro SPID con la creazione del sistema
comune d’identificazione (Scid) ovvero un ‘filtro’, tramite la carta
d’identità elettronica, per verificare il possesso delle abilitazioni per il
rilascio.
SPID
più sicuro non significa che oggi non lo è, la novità non è sul versante della
cybersecurity, ma è di “servizio”, perché il Governo vuole che la gestione
nativa dell’identità digitale sia affidata all’Interno e non più a soggetti privati,
come è oggi. In questo modo è il Viminale, quindi lo Stato, a garantire l’erogazione
dello SPID e la gestione dei dati dei cittadini. Se un identity provider fallisce,
che fine faranno i dati dei cittadini, che hanno utilizzano quel soggetto
privato per ottenere lo SPID?
Graficamente
spieghiamo anche cosa significa che l’Interno diventa identity provider unico
di Stato come soggetto tenuto all’erogazione e gestione di SPID.
Quando
si accederà con SPID non si visualizzerà più l’elenco degli indentity provider
da selezionare per fare l’accesso, perché la governance dell’identità digitale
passerebbe al Viminale, allo Stato. Finalmente.
The post SPID, il Governo vuole il Viminale Identity provider unico. Così i dati in mano allo Stato appeared first on Key4biz.
- Su 6 Febbraio 2020
- 0 Comment