Conbots, nuova classe di robot che lavora e collabora con le persone
Gli esseri umani si affidano molto all’interazione fisica
per imparare meglio gli uni dagli altri. Parte da qui il progetto europeo “ConBots”,
che sta per “Connected through RoBots”, finanziato dal programma Horizon
2020 con quasi 5 milioni di euro e partito il primo gennaio 2020.
Nei tre anni di lavoro del team, coordinato dall’Università
Campus Bio-Medico di Roma, con la partecipazione della Scuola Superiore Sant
Anna di Pisa, con altri atenei e centri di ricerca da Belgio, Regno Unito,
Israele e Serbia, si punterà ad aumentare l’interazione fisica tra due esseri
umani attraverso l’uso di robot.
Obiettivo del progetto, ha dichiarato in una nota Domenico
Formica, coordinatore del progetto e docente all’Università Campus
Bio-Medico di Roma: “Sarà permettere ai discenti di imparare nuovi compiti
motori complessi, come ad esempio scrivere o suonare uno strumento musicale,
introducendo nei processi di apprendimento una nuova generazione di robot in
grado di collegare fisicamente le persone tra loro. Ciò permetterà ai due
soggetti coinvolti di cooperare in maniera innovativa, siano essi il maestro e
l’allievo, due allievi o, persino, un robot e l’allievo”.
Robot e uomini
Quatto le tecnologie impiegate dal progetto: dispositivi
tattili per interagire con gli arti superiori; un controller interattivo per interagire
fisicamente; un’interfaccia utente che racconti lo stato emotivo, fisico e
mentale dell’utente nello svolgersi degli esercizi, anche sfruttando l’ausilio
della realtà aumentata; algoritmi di machine learning avanzati.
L’idea di base è che per migliorare le capacità di apprendimento e quelle fisico-motorie in una persona, ad esempio un bambino, è vantaggioso farlo in coppia e si può ulteriormente migliorare se si interagisce anche con i robot.
Un modo diverso di impiegare le macchine, a supporto delle attività umane certamente e in questo caso per migliorare l’apprendimento, non solo cognitivo, ma anche motorio, con i robot che interagiranno con più persone per imparare a suonare uno strumento musicale, per imparare o riprendere a scrivere, per svolgere compiti motori complessi (riabilitativi generalmente).
Il mercato
Macchine connesse tra loro e in rete, ma non solo, perché gli
smart robots possono anche lavorare in maniera autonoma ed essere
impiegati per servizi professionali, quindi ospedalieri, nell’industria, nel
settore della ricerca, nell’integrazione dell’intelligenza artificiale.
Secondo uno studio
Market and Markets, questo settore che vale oggi circa 4,9 miliardi di dollari,
entro il 2023 potrebbe raggiungere un valore pari a 14,3 miliardi di dollari,
con un tasso di crescita annuo (Carg 2018-2023) stimato attorno al +23,7%.
Particolarmente rilevante, secondo i ricercatori, sarà il
segmento software, che dovrà garantire livelli più alti di sicurezza,
efficienza e rapidità. Gli smart robot troveranno ampio utilizzo in medicina e
nel settore sanitario/ospedaliero, nella logistica, nella Difesa, nel manifatturiero,
sott’acqua, in situazioni di disastro ambientale e nelle operazioni della protezione
civile, nonché militari.
Nel 2018, la fetta di mercato più grande apparteneva agli
Stati Uniti, con il 37% del totale degli smart robot attivati ed in utilizzo,
seguiti dall’Asia, con il 27%, quindi dall’Europa, con il 22,8% e dall’Africa e
il Medio Oriente, con il 5,5%.
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- Su 12 Febbraio 2020
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