Posto di lavoro sul cloud, mercato globale “Workspace as a Service” crescerà del 70% in cinque anni
Immaginate di stare davanti alla vostra consueta postazione di lavoro in ufficio, con l’accesso ad una serie di funzioni e dati strettamente legati all’azienda che vi ha assunto, ma dal vostro salotto di casa. Il “Workspace-as-a-Service”, o il suo acronimo “WaaS”, è una piattaforma digitale connessa in rete che consente ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni quotidiane direttamente da remoto, ma con molte più facilitazioni rispetto al classico telelavoro.
Il WaaS, infatti, permette di accedere ai dati e al database aziendali, ai servizi di posta e professionali, ai software dell’azienda e ai servizi di virtualizzazione tra dispositivi elettronici, oggi sempre più necessari visto l’utilizzo massiccio di apparecchi personali dei lavoratori all’interno dell’azienda stessa (il fenomeno del “Bring your own device”, o Byod).
Un modello di lavoro digitale e virtualizzato che in tempi di coronavirus e cambiamenti climatici potrebbe offrire nuove soluzioni a dipendenti e aziende. In caso di quarantena o isolamento preventivo, se una persona sta bene ma vuole lavorare tali tecnologie consentono l’accesso a dati e applicativi aziendali.
Lo stesso si può dire in caso di fenomeni atmosferici estremi, quando le conseguenze (troppo caldo, troppo freddo, alluvioni, nevicate abbondanti, interruzione dei servizi di trasporto pubblico, strade impraticabili) potrebbero impedire al lavoratore di recarsi in ufficio.
In un Report pubblicato da Mordor Intelligence, dal titolo “Workspace as a Service (WaaS) Market – Growth, Industry Analysis, Trends and Forecasts (2020 – 2025)”, si stima che il mercato mondiale WaaS potrebbe raggiungere un valore pari a 8,54 miliardi di dollari entro il 2025.
I vantaggi del posto di lavoro virtuale
Un settore in rapida diffusione, con un tasso di crescita
annuo medio valutato attorno al +9,7% (Carg 2020-2025), mentre il valore di
mercato, che nel 2019 ha toccato i 4,9 miliardi di dollari, potrebbe crescere a
sua volta del +74% in cinque anni.
I costi di gestione della piattaforma stanno diminuendo progressivamente
all’aumentare delle installazioni di workplace virtuali che, grazie alle
tecnologie cloud, permetteranno alle imprese di abbattere i costi
(in America una postazione di lavoro sul cloud costa 40 dollari circa)
e di mantenere e migliorare il valore delle esperienze e delle competenze dei
propri dipendenti, senza limiti geografici e temporali.
Lo studio ha riportato alcuni use case nel mondo, tra
cui quello di Huawei, che ha migrato un intero centro di ricerca e sviluppo
in India su una piattaforma virtuale chiamata “Desktop cloud”, a cui ora
qualsiasi suo dipendente può accedere e lavorare, con risparmi valutati attorno
all’88% della spesa necessaria al mantenimento di un ambiente desktop
tradizionale.
La modalità di lavoro Byod è stata adottata dal 50% delle
imprese americane già nel 2016 e da quest’anno, si legge in un documento
Gartner, circa il 40% delle organizzazioni smetterà di fornire apparecchi ai propri
dipendenti, mentre la multinazionale Cisco ha calcolato in 81 minuti a
settimana il tempo recuperato dai lavoratori nell’utilizzo dei propri device a
lavoro.
Oggi, secondo dati Transparency Market Research pubblicati lo scorso anno, sono più di 13 milioni gli americani che lavorano da remoto/casa e nel 2022 saranno il 41% della forza lavoro nazionale. in un contesto del genere, la tecnologia WaaS potrebbe rappresentare uno strumento efficace ed economico per sostenere l’affermazione del telelavoro in tutto il mondo.
Le vulnerabilità
Le vulnerabilità di questo sistema sono tutte legate alla cyber
sicurezza dei dati aziendali e dei device personali e alla continuità delle
forniture energetiche e della connettività. Nel primo caso è fondamentale
elevare ai massimi livelli la sicurezza informatica delle reti, dei device
utilizzati e dei servizi/applicativi, con maggiore attenzione da parte del
dipendente e utente delle piattaforme virtuali alla protezione delle
informazioni che si gestiscono.
Servono ambienti virtuali sicuri, in cui i dati personali nel
Byod siano sempre rigidamente tenuti separati dai dati aziendali, e
infrastrutture cloud altrettanto protette e affidabili. Altro elemento chiave è
la connettività continua. Chi lavora da remoto e sulla nuvola deve poter
contare su una fornitura di energia elettrica costante e allo stesso tempo deve
sempre essere online, 24 ore su 24.
Lavorare offline non è impossibile, ma poco produttivo, usando
un termine più adatto alle macchine che all’uomo, ma la stessa cosa vale ormai anche
per una postazione di lavoro tradizionale in ufficio. Senza elettricità e
connessione alla rete non è più possibile lavorare in ufficio.
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- Su 25 Febbraio 2020
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