Coronavirus, nasce unità speciale Governo GB contro fake news. Richiamo Ue ai social
L’epidemia di coronavirus si sta diffondendo rapidamente in tutta Europa. L’Italia è il Paese che sta pagando più duramente gli effetti negativi del covid-19, ma anche in Francia e Germania i contagi aumentano drasticamente e il Governo del Regno Unito ha ammesso che il virus si sta diffondendo “in maniera significativa” in tutto il Paese.
Secondo gli ultimi dati ufficiali, rilasciati dal Governo
britannico, sono 273 i casi di coronavirus accertati a seguito di 23 mila test
effettuati in tutto il territorio nazionale. I casi di positività al coronavirus
in Gran Bretagna hanno subito un’impennata proprio in concomitanza con quest’ultimo
week end.
Il consigliere capo del Governo su temi sanitari, il
professor Chris Whitty, ha già prospettato la necessità sempre più
urgente di introdurre misure restrittive nel Paese per contenere l’epidemia: “saranno
necessari interventi con forte impatto sulla società”.
L’Unità speciale del Governo
Stamattina, secondo quanto pubblicato sul quotidiano The Guardian, il Governo di Londra ha annunciato la nascita di un’unità speciale dedicata al contrasto delle fake news e della disinformazione online in relazione proprio all’epidemia di coronavirus. Il Segretario della Cultura, del digitale e dei media, Oliver Dowden, ha spiegato che la difesa del Paese da queste attività di rete è considerata strategica in questo momento storico.
Informazioni false e manipolate, relative agli effetti del coronavirus sulla salute, all’epidemia in generale, alle previsioni di diffusione, nonché ai prodotti da acquistare online per proteggersi o addirittura guarire dalla malattia, sono considerate alla stregua di una minaccia nazionale.
Al momento, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico, Russia e Cina sono considerati Paesi da mettere in “black list” per la diffusione di disinformazione online, in generale, ma in questo caso sull’epidemia covid-19.
I social media più popolari, come Facebook e Twitter, hanno
già partecipato a diverse riunioni con il Governo sull’argomento, assicurando
il massimo impegno, ma i risultati sono scarsi a dispetto dell’elevato livello
di disinformazione che regna online.
Il Codice UE
Anche l’Unione europea (Ue) ha incontrato le piattaforme di social networking più frequentate nel continente proprio per discutere della diffusione della disinformazione sull’epidemia di COVID-19.
“Il monitoraggio e le azioni delle piattaforme devono
continuare. Esorto le piattaforme che non hanno firmato il codice di buone pratiche
a farlo e a utilizzare gli strumenti necessari per fronteggiare il problema
della disinformazione sul COVID-19. Ho invitato i firmatari del codice a
riunirsi nuovamente tra 4 settimane per proseguire la discussione e condividere
informazioni”, ha dichiarato in una nota ufficiale la Commissaria Ue per le
politiche dedicate ai Valori e alla trasparenza, Věra Jourová.
La Commissione ha esortato tutti gli Stati membri dell’Unione
ad adottare tutti gli strumenti tecnologici necessari per contrastare, limitare
e reprimere false notizie e disinformazione online relative all’epidemia.
Nel complesso, si legge in una nota della Commissione, “la
reazione rapida delle piattaforme online alla disinformazione sull’epidemia di covid-19
conferma che gli strumenti contenuti nel codice di buone pratiche stanno dando
buoni frutti e che hanno aiutato i firmatari ad adottare soluzioni rapide e
collaudate”.
Stesso giudizio vale per il sistema di allarme rapido,
che è stato utilizzato dagli Stati membri e dalle istituzioni dell’UE per
condividere conoscenze sulla disinformazione sul covid-19 proveniente da fonti
esterne
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- Su 9 Marzo 2020
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