Apple è nel mirino in Europa per il tracciamento dei dati: depositati due ricorsi
Due ricorsi contro Apple in Europa per la gestione dei dati degli utenti. A depositarli è stata Noyb, un’organizzazione senza scopo di lucro austriaca, guidata dal giovane attivista Max Schrems, noto per aver indotto l’Unione europea a rigettare gli accordi di trasferimento delle informazioni personali con gli Stati Uniti attraverso le sue cause. Secondo la tesi dell’ente, con sede a Vienna, Apple traccerebbe i dati dei suoi utenti senza che questi possano dare il loro consenso.
Nel mirino di Noyb c’è il codice Idfa (Identifier for advertisers), un identificativo univoco per ogni dispositivo della casa di Cupertino e automatico, che permette ad Apple, ed eventualmente a terze parti, di risalire all’utente e al suo comportamento online e di generare di conseguenza pubblicità personalizzata. Un meccanismo del tutto simile ai cookies.
Sebbene il colosso di Cupertino voglia permettere dal 2021 ai suoi utenti di bloccare il monitoraggio degli annunci pubblicitari in app, la tesi di Noyb è che, di contro, fornisce un codice creato senza il consenso dell’utente e che può essere adoperato per tagliare annunci pubblicitari su misura. Per l’organizzazione neanche il nuovo ricorso agli Idfa da parte di terze parti eliminerebbe del tutto il problema, perché rimarrebbero comunque dati disponibili in mano ad Apple stessa.
“La legge dell’Ue protegge i nostri dispositivi dal tracciamento esterno. Il tracciamento è consentito solo se gli utenti lo accettano esplicitamente. Questa regola molto semplice si applica indipendentemente dalla tecnologia di tracciamento utilizzata. Mentre Apple ha introdotto funzioni nel proprio browser per bloccare i cookie, inserisce codici simili nel suo telefoni, senza alcun consenso da parte dell’utente. Questa è una chiara violazione delle leggi sulla privacy dell’Ue”, spiega Stefano Rossetti, avvocato per la privacy di Noyb.
Sebbene dal 2021 Apple voglia cambiare l’utilizzo degli Idfa da parte delle terze parti, non è chiaro cosa cambierebbe sull’utilizzo che la stessa società ne fa. Per questo Noyb, basandosi sulla direttiva sulla privacy, ha depositato due ricorsi alle autorità per la protezione dei dati in Germania e Spagna. “Con i nostri reclami vogliamo applicare un semplice principio: i tracker sono illegali, a meno che un utente non acconsenta liberamente. L’Idfa non dovrebbe solo essere limitato, ma eliminato definitivamente”, afferma Rossetti.
Apple, contattata da Wired ha commentato spiegando che “Le affermazioni fatte contro Apple in questo reclamo sono di fatto inesatte e non vediamo l’ora di renderlo chiaro alle autorità di regolamentazione della privacy qualora dovessero esaminare il reclamo. Apple non accede né utilizza l’Idfa sul dispositivo di un utente per alcuno scopo. Il nostro obiettivo è sempre quello di proteggere la privacy dei nostri utenti e la nostra ultima versione del software, iOS 14, offre agli utenti un controllo ancora maggiore sull’opportunità o meno di consentire alle app di tracciarli collegando le loro informazioni con dati di terze parti per lo scopo pubblicità o condivisione delle proprie informazioni con data broker. Le nostre pratiche sono conformi alla legge europea e supportano e promuovono gli obiettivi del GDPR e della direttiva ePrivacy, che è quello di dare alle persone il pieno controllo sui propri dati“.
[Articolo aggiornato il 17/11/2020 ore 9:00 con la dichiarazione di Apple]
The post Apple è nel mirino in Europa per il tracciamento dei dati: depositati due ricorsi appeared first on Wired.
- Su 17 Novembre 2020
- 0 Comment