
Fairphone 4 potrebbe insegnare una o due cose a Apple
Le nostre recensioni sui prodotti, come la maggior parte delle recensioni, assegnano un punteggio massimo di dieci. Se dovessi testare uno smartphone, come distribuiresti oggi i tuoi dieci punti? Due per il design, tre per la fotocamera, uno per la durata della batteria, lo schermo, il prezzo, ecc. Ma c’è una scala decimale più interessante. La nuova serie di iPhone 13 ha ricevuto 6.1 e 6.2 dal French Repairability Index, una delle novità tech più interessanti dell’anno, che valuta quanto sia facile ed economico riparare il tuo telefono. Il Fairphone 4 si è portato a casa un 9.3.
È bello o potente quanto un iPhone? Mettiamola così, il Fairphone 4 è un telefono 5G “modulare”, disponibile in due modelli, a partire da 579 euro, e promette di durare almeno cinque anni. I pezzi di ricambio partono da meno di 20 euro per sostituire la porta usb-C, l’altoparlante, l’auricolare o la cover posteriore in policarbonato riciclato al 100%. Per una batteria da 3900 mAh o per una fotocamera selfie passiamo a 25 euro, e a 70 per un nuovo schermo Gorilla Glass 5 full hd da 6,3 pollici o per due fotocamere da 48 MP. Sono tutti pensati per essere sostituiti a casa, fai-da-te – ecco perché esiste un cacciavite Fairphone – e tutti questi pezzi saranno disponibili fino al 2027. Hai l’aggiornamento software, incluso il supporto per Android 12 e 13… e persino Android 14 e 15 se Fairphone potrà reggerlo, al di là del fatto che i produttori di chip non si spingeranno tanto lontano. (Qui abbiamo uno Snapdragon 750G). C’è anche una garanzia di cinque anni. In altre parole, si fa sul serio.
Quindi, no, un Fairphone 4 non è bello o potente quanto un iPhone 13. È lucido ed ergonomico ma ha un rapporto schermo-corpo antiquato, è spesso 10,5 mm e, in particolare, pesando 225 g, sembra un po’ cicciottello come telefono. Tra le prime recensioni, si contano anche un paio di lamentele di recensori tech particolarmente pignoli: una sfumatura rosa sul display se visto da una certa angolazione, un flash lento, altoparlanti leggermente metallici. Se passi sopra alle dimensioni, però, potrebbe essere un acquisto molto funzionale.
La durata della batteria è discreta, con una ricarica rapida da 20 W, le prestazioni sono finora veloci e, a flash off, gli obiettivi principali e ultrawide sono entrambi molto fruibili. Lo Xiaomi 11T Pro, che ha un prezzo simile, lo batte in quasi tutte le specifiche tecniche. Come per il Fairphone 3, però, devi ricordarti che sì, stai pagando circa 200 euro di troppo, ma lo fai, un’altra volta, per un telefono che dovrebbe durarti dai tre ai cinque anni. Con il 5G integrato, il prezzo dell’equazione si alza.
Durante i primi due giorni con il nostro Fairphone 4 non abbiamo toccato le viti – dai un’occhiata alla recensione completa – ma uno dei momenti migliori è arrivato quando ho tolto la cover posteriore per svelare la grafica e i numeri colorati che mi incoraggiavano a ripararlo. “Abbiamo completamente rivisto la dispozione dei vari livelli perché volevamo rendere tutto più accessibile”, afferma il CEO Eva Gouwens. “Con il Fairphone 3, se volevi sostituire la fotocamera il primo modulo che dovevi togliere era il display, di conseguenza dovevi iniziare svitando 13 viti. Quindi abbiamo invertito le cose”.
La CEO di Fairphone stima che circa il 10% dei suoi oltre 300.000 clienti – nel 2020 sono stati venduti 95.000 dispositivi – abbia già effettivamente riparato il proprio telefono. Forse è meno di quanto ci si aspetterebbe, cosa che Gouwens attribuisce alle difficoltà e ai problemi di stabilità di Fairphone 2 e al fatto che Fairphone 3, ora fuori produzione ma ancora supportato, sia stato lanciato appena due anni fa. Con il tappabuchi Fairphone 3+ ancora in vendita, sebbene soffra di una carenza globale di componenti, potrebbe sembrare che questa sgangherata società di 100 persone con sede ad Amsterdam non sia lontana dal ciclo di lancio annuale tradizionale che frena i produttori di smartphone dall’affrancarsi dall’obsolescenza programmata e dai rifiuti elettronici.
“Se prometti alla gente che potrà utilizzare il telefono per cinque anni, i pezzi di ricambio per chi lo compra al quarto o quinto anno di vita dovrebbero durare nove o dieci anni, il che non è fattibile” spiega Gouwens. “Stiamo cercando di superare la rapidità di questi cicli di vita, ma in questo momento è uno sforzo troppo grande. Vogliamo mantenere la nostra promessa di fornire agli utenti supporto software e pezzi di ricambio, in più la garanzia di cinque anni è unica”.
Per intenderci, se Gouwens fosse un personaggio di Succession, saresti preoccupato che non arrivasse alla fine dell’episodio. Risponde alle domande che le vengono poste e quando non ha la risposta a portata di mano lo ammette. Ma l’amministratore delegato di Fairphone è pienamente consapevole che gran parte del suo lavoro, oltre a rendere l’azienda, che ora è redditizia, finanziariamente sostenibile, non è battere la concorrenza, ma stare in prima linea rispetto al resto del settore tecnologico, superando tutti, anche se su una scala più piccola.
Oltre ad entrare a far parte di Right To Repair come membro ufficiale e a sostenere la normativa UE sull’Ecodesign, Fairphone sta ora riciclando e rinnovando gli smartphone con i suoi partner in Europa, e non lo fa solo incoraggiando il riciclo quando i numeri complessivi rimangono bassi, intorno al 15%. L’idea è di rendere Fairphone 4 “neutrale” rispetto ai rifiuti elettronici, riciclando o rinnovando un telefono per ogni Fairphone venduto, e potrebbe anche essere l’indizio di un futuro modello di business, che non sia basato su aggiornamenti annuali.
E qui si va al nocciolo della questione, ovvero a come gli smartphone vengono prodotti. Nei suoi rapporti e nei suoi eventi, Fairphone parla dei propri progressi riguardo a molti materiali su cui Apple ha fatto ricerca nei suoi futuristici Material Impact Profiles, ma non ha ancora fatto annunci ufficiali. Riguardo ai materiali sostenibili, la maggior parte delle principali aziende tecnologiche si concentra ancora su un singolo prodotto, su una serie o un singolo componente, come i metalli delle terre rare riciclati nel Taptic Engine di Apple, che rappresenta il 25% del loro utilizzo negli iPhone. Apple e Google hanno fatto progressi in questo campo, ma Fairphone mostra una volontà davvero inusuale di offrire un quadro tanto completo quanto scomodo della situazione. Nel 2018, il 25% degli otto materiali considerati chiave da Fairphone, è stato “fornito equamente”, secondo i criteri interni di trasparenza sulla sostenibilità e le condizioni di lavoro nella catena di approvvigionamento. Un dato che è balzato al 32% nel 2019 e al 56% nel 2020.
Sei ulteriori materiali sono stati aggiunti alla lista, che ora include non solo lo stagno riciclato e le terre rare, ma anche l’alluminio certificato ASI, l’oro Fairtrade e il tungsteno “conflict-free” dal Ruanda. Fairphone sta oggi lavorando per migliorare le catene di approvvigionamento di cobalto, rame, indio, litio, magnesio, nichel e zinco; la squadra che se ne occupa riconosce che l’uso circolare e il riutilizzo di questi materiali al 100 per cento è improbabile, ma che quando migliora, come con Fairphone 3, viene preso sempre più sul serio.
Dal punto di vista delle persone, gli operai delle fabbriche che producono dispositivi Fairphone in Cina hanno ricevuto nel 2020 un bonus equivalente a quattro mesi di salario extra rispetto al salario di sussistenza. Sebbene Gouwens affermi che è più complicato fare calcoli simili all’inizio della catena di approvvigionamento, poiché molti minatori sono essenzialmente imprenditori, si stima che 10.717 persone in totale, lo scorso anno, abbiano beneficiato di questi interventi d’impresa sociale.
Due anni dopo che gli AirPod di Apple si sono presi tutta l’indesiderata attenzione a proposito del loro ciclo di vita, Fairphone è sul punto di lanciare i suoi True Wireless Earbuds, che saranno seguiti dall’annuncio di altri accessori per smarthphone. Questi auricolari Bluetooth da circa 90 euro includeranno la cancellazione attiva del rumore, e un design resistente all’acqua realizzato con il 30 per cento di plastica riciclata e Fairtrade Gold. È un inizio.
Il colpo di scena, tuttavia, secondo Gouwens, è la durata di vita dei buds. “Siamo ancora in fase di test, ci vuole molto tempo”, dice. “La batteria media [di un auricolare] dura 200 cicli. Ora siamo a 500 e puntiamo a farla durare 800 cicli. Questi sono i nostri primi passi per allungare la vita del prodotto”. Facciamo dieci punti per la durata della batteria?
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- Su 18 Ottobre 2021