
OPPO Reno6 e OPPO Reno6 Pro hanno resistito a tutto: svelati i test del QE Reliability Lab
OPPO deve essersi ispirata alle 12 fatiche di Ercole oppure a Zack Nelson di JerryRigEverything quando ha messo a punto il suo QE Reliability Lab nel lontano 2008. Da allora non c’è stato prodotto dell’azienda che non sia passato attraverso i suoi rigorosi 150 test. Un po’ come l’Hell Week per selezionare i migliori candidati a diventare Navy Seal, così OPPO effettua test ambientali, prove di stress meccanico e di durabilità per mantenere alti gli standard delle sue linee. La nuova OPPO Reno6 Series è un esempio eclatante di questo percorso ad ostacoli: non a caso si distingue per scelte ingegneristiche e di design che stanno riscuotendo grande consenso nella comunità Android. Forse il segreto è anche nella filosofia di OPPO: l’esperienza utente ideale si basa sulla “stabilità e affidabilità“. Qualcuno la chiamerebbe consistenza. Perché in fondo domandiamo ai nostri smartphone di accompagnarci in ogni momento della giornata per far fronte a situazioni totalmente diverse. E i nuovi OPPO Reno6 e Reno6 Pro non fanno eccezione.
Un drop test spartano
Gli ingegneri incaricati di testare la resistenza alle cadute degli smartphone hanno previsto scenari estremi. Gli smartphone della OPPO Reno6 Series sono stati lasciati cadere inizialmente da 1 metro di altezza (il 25% più in alto rispetto ai comuni standard industriali) per decine di volte fino a quando ha impattato su tutte le sue superfici, angoli e bordi. Dopodiché sono stati spinti da un trampolino più alto: 1,5 metri. E hanno continuato a resistere senza mostrare debolezze.

Non contenti hanno deciso di simulare le classiche micro-cadute quotidiane da 10 centimetri d’altezza. Poco? Sì, ma non quando le replichi 28mila volte – contro le 5/10mila delle aziende concorrenti. La vena sadica si è però decisamente manifestata quando nel QE Reliability Lab qualcuno ha avuto la brillante idea di usare la carta vetrata come superficie di approdo. In effetti in un laboratorio di solito ci sono scivolose piastrelle di ceramica, ma nel nostro quotidiano tanto asfalto in giro per la città. Avranno messo protezioni agli schermi o impiegato cover? No di certo. Eppure OPPO Reno6 Pro e OPPO Reno6, malgrado l’ampio display AMOLED, hanno resistito e sono stati promossi alle successive fasi. Facile verrebbe da pensare: montano anche un Gorilla Glass 5.
La doccia vichinga
In un altro secolo, il test acquatico a cui sono stati sottoposti i nuovi smartphone di OPPO sarebbe stato considerato una prova di iniziazione, magari vichinga. La maggior parte degli smartphone hanno una certificazione IPX2 che prova la loro resistenza a eventuali sternuti o pioggia leggerissima. La nuova OPPO Reno6 Series ha dovuto fronteggiare un pesante getto da 10±0,5 litri al minuto proveniente da quattro direzioni inclinate di 75° rispetto alle sue superfici.

Come stare in mezzo a un fiordo per altro mentre si riproduce un video o si sta facendo una chiamata. Sì, il test prevedeva anche l’operatività. Dopodiché è stata lasciata a 20 centimetri di profondità per 30 secondi. Alla fine di ogni test, gli smartphone sono stati asciugati, lasciati in disparte per tre giorni e disassemblati per controllare segni di infiltrazione e/o corrosione, magari nei pressi dei loro potenti processori, il Mediatek Dimensity 900 per OPPO Reno6 e la piattaforma mobile Qualcomm® Snapdragon 870 5G per OPPO Reno6 Pro.
Non sapremo mai se i prototipi hanno superato tutti i test, ma abbiamo certezza che i modelli definitivi rappresentano l’evoluzione resistente di quella specie.
La sauna finlandese
L’uomo (o la donna) ha dimostrato di avere capacità di adattamento ambientale che difficilmente troviamo nei manufatti tecnologici del nostro quotidiano. Ma se vuoi sviluppare un compagno all’altezza sei costretto ad alzare l’asticella. E così OPPO ha ricordato la pratica finlandese di alternare il caldo della sauna al freddo delle vasche di reazione; invertendo però le fasi.

E così dopo aver condotto gli smartphone della OPPO Reno6 Series a -40° centigradi, li hanno cotti a bassa temperatura (75°) per 7 giorni (168 ore). In pratica il doppio rispetto ai comuni standard. Non contenti gli ingegneri hanno concesso una vera sauna da 50° con 95% di umidità per 7 giorni. Eppure nuovamente hanno resistito, allora nel QE Reliability Lab hanno fatto esplodere totalmente la vena creativa.
Sudore e cosmetici
Il contatto con la pelle a volte può mettere a rischio l’integrità della superficie degli smartphone. Il motivo si deve al fatto che in particolari condizioni ambientali il sudore ed eventualmente i cosmetici possono rovinare finiture, verniciatura, trattamenti e rivestimenti. Per scongiurare ogni rischio la gamma OPPO Reno6 Series è stata sottoposta al contatto di un panno imbevuto di sudore artificiale per 48 ore a una temperatura di 50° e un tasso di umidità del 95%. La stessa procedura è stata impiegata con i cosmetici. A distanza di 24 ore dai test sono stati esaminati nuovamente funzionalità e strutture, interne ed esterne. Il risultato? Nessun trucco, nessun inganno.
L’epilogo
Dopo i test elettrostatici, di durabilità, quelli di temperatura, la pressa, la flessione, l’analisi di assorbimento elettromagnetico e altre prove, alla fine QE Reliability Lab ha ceduto. OPPO Reno6 e OPPO Reno6 Pro hanno dato prova di qualità costruttiva e nerbo. La sfida continua. Per chi gli sopravvivrà.
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- Su 18 Ottobre 2021